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Nella fase asintomatica, cioè prima che si manifesti la malattia si parla di prevenzione primaria. Quando ci sono stati i primi campanelli di allarme, cioè dopo un primo TIA si tratta di prevenzione secondaria. Per prevenire una recidiva quando si sia verificato un primo ictus: prevenzione terziaria. In tutte e tre le situazioni, le tappe fondamentali sono:
controllo dei fattori di rischio;
cambiamento delle abitudini alimentari;
cambiamento dello stile di vita;
cure mediche quando non siano sufficienti gli interventi comportamentali.

Ma come comportarsi? Oltre a controllare periodicamente la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale, i valori di glicemia e colesterolemia, bisogna in generale:
astenersi dal fumo;
non eccedere con il consumo di alcolici;
seguire la dieta mediterranea (ridurre il sale nei cibi ed evitare una dieta eccessivamente ricca di grassi di origine animale come i derivati del latte, carni grasse, salumi);
fare regolare attività fisica (è sufficiente praticare abitualmente un moderato esercizio fisico, come camminare, fare le scale, ballare, andare in bicicletta o in piscina: attività praticabili a tutte le età).

Ricapitolando, l’ictus si può prevenire e una quota non indifferente di casi (oltre 3 su 4) potrebbe essere evitata, seguendo alcune semplici norme di vita sana e identificando i fattori di rischio individuali, modificandoli in misura personalizzata. Almeno 2 volte l’anno è consigliabile provarsi la pressione arteriosa in modo tale da svelare un’eventuale ipertensione arteriosa latente e misconosciuta. Unitamente alla misurazione della pressione arteriosa è raccomandabile verificare la presenza o meno di fibrillazione atriale sentendo il battito con la palpazione del polso o misurando la pressione con apparecchi specificatamente previsti e clinicamente testati per lo screening della fibrillazione atriale.